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Cerchi un importatore in USA? Vieni con noi, con tariffe agevolate

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IS PROJECTS propone alle aziende italiane la partecipazione a costi agevolati all’evento: USA TRADE TASTING, che si terrà i prossimi 26 e 27 maggio, presso il Metropolitan Pavilion, New York City – 125 w 18th st, New York, ny 10011, USA.
Obiettivo della partecipazione è la ricerca di importatori, distributori del settore wine, beer & spirits.
Per info su modalità e costi contattare:
Ida Savoia: i.savoia@is-projects.It – +39.392.60.64.109 anche whatsaspp.

CHI PARTECIPA
Ogni anno, USA Trade Tasting Show (USATT) Show riunisce importatori, distributori, rivenditori e stampa del mercato statunitense a New York City per 2 giorni di apprendimento, acquisto e vendita, networking e divertimento, tutti progettati per aiutare i partecipanti a far crescere il loro business.

CHI ESPONE
Se stai cercando di far crescere la tua distribuzione nel mercato statunitense, USATT è la piattaforma perfetta per aiutarti a connetterti con distributori statali, importatori e rivenditori degli Stati Uniti. Puoi essere un’rtichetta che cerca di incontrare distributori e rivenditori statali ed espandere la tua attuale distribuzione oppure puoi essere un marchio all’estero in cerca di un importatore.

CHI ORGANIZZA
USA Trade Tasting è organizzato da Beverage Trade Network, la piattaforma leader dedicata a mettere in rete l’industria globale delle bevande.

 

I dazi Usa potrebbero favorire l’export di vino italiano

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LA STAMPA – Maurizio Tropeano – 09 Ottobre 2019

Veronafiere: ad oggi la crescita è del 3%, sotto la media dei concorrenti mentre la Francia è al 14. Le nuove tariffe potrebbero cambiare le carte ma liquori e cordiali rischiano di perdere il 35% del valore

I dazi imposti dall’amministrazione Trump sull’agroalimentare europeo potrebbero favorire la remuntada del vino italiano negli Stati Uniti. Nella black list americana, infatti, è finito il vino francese ma non le bottiglie di rossi e bianchi made in Italy e questo potrebbe favorirci perché, «fino ad oggi le nostre esportazioni in Usa pur in crescita, non sono certo state un successo perché abbiamo realizzato performance sotto la media e molto lontani da quelle  d’oltralpe», spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere presentando alcune novità di Vinitaly 2020. L’Osservatorio curato con Nomisma ha appena aggiornato il report e i risultati richiedono l’elaborazione di una strategia nazionale per l’export. «Anche nel mercato statunitense – prosegue Mantovani – la  crescita a valore è arrivata al più 3%, contro una media delle importazioni  vicina all’otto per cento e con la  Francia che cresce quasi di cinque volte il dato italiano facendo registrare  un + 14%». Mantovani guarda al futuro perché «i dazi potranno cambiare le carte in tavola, ma il report di mercato dice che ad oggi quella italiana è la crescita minore tra i top 6 fornitori, e dice anche che oltre al solito aumento in doppia cifra dello sparkling, (le bollicine, ndr.) con +10,6%,  i nostri fermi imbottigliati negli Usa non vanno oltre un incremento dell’1,2%».

In questo scenario Veronafiere, si sta attrezzando e punta, come ha spiegato il presidente, Maurizio Danese,  al mercato dell’Asia con l’avvio del nuovo  salone realizzato in partnership con il socio cinese Pacco Communication Group, nella nuova area fieristica di   Shenzen con  400 espositori su una superficie di 40 mila metri quadrati. Ma i produttori presenti ieri all’anteprima milanese hanno chiesto con forza l’elaborazione di una strategia a livello di governo.

Ma se il mondo del vino, almeno nel breve periodo, può cercare di sfruttare l’effetto positivo dei dazi  quello degli «spiriti» invece  rischia di mettere in ginocchio  un centinaio di aziende, soprattutto di piccole e medie dimensioni,  e alcune migliaia di posti di lavoro. Il motivo? «I dazi comporteranno una perdita secca di valore export pari ad almeno il 35%», denuncia  Federvini.  Gli Usa, infatti,  rappresentano il secondo mercato, dopo la Germania e l’imposizione di una tariffa aggiuntiva del 25% andrà ad interessare un valore di quasi 163 milioni di dollari, con una incidenza per singola bottiglia pari, secondo le prime stime, a circa 2/2,5 dollari che potrebbero tranquillamente raddoppiare considerando i vari passaggi da importatore a distributore e venditore.

 

Le due ipoteche che pesano sul Mercosur

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IlSole 24Ore – Valerio Castronovo – 9 ottobre 2019

Ci sono voluti quasi vent’anni di negoziato, fra alti e bassi, per giungere alla chiusura, il primo luglio scorso, dell’accordo di libero scambio, fra l’Unione europea e il Mercosur (composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Ma va riconosciuta senz’altro l’importanza di quest’intesa, a giudicare sia dalle complesse vicende che hanno frattanto segnato l’America meridionale, sia dal suo valore in termini commerciali.

La dirittura d’arrivo verso la messa a punto di un accordo fra la Ue e una parte rilevante del Cono Sud cominciò a delinearsi dopo la scomparsa nel 2013 di Hugo Chávez, che aveva voluto, insieme a Fidel Castro, l’Alleanza bolivariana per le Americhe, in alternativa al progetto dell’Alca, della zona di libero scambio delle Americhe proposta dagli Stati Uniti. Venne così prendendo più consistenza la trattativa con l’Europa.

D’altronde Cile, Perù, Colombia e, dal 2011, anche il Messico (entrato nell’Alianza del Pacífico) avevano intanto stipulato specifici accordi commerciali con gli Stati Uniti traendone particolari vantaggi, seppur in misura diversa.

La decisione del Brasile e dell’Argentina (che, dopo la sospensione nel 2016 del Venezuela, per scorrettezze nei rapporti di mercato, concentravano il 97% del Pil complessivo del Mercosur) di accelerare la trattativa con l’Unione europea è valsa infine a rendere possibile l’elaborazione di un accordo di libero scambio tale da coinvolgere 780 milioni di consumatori (il più ampio finora al mondo) e da contemplare una riduzione delle tariffe doganali superiore di quattro volte quella del trattato siglato di recente fra la Ue e il Giappone.

Nelle tornate finali del negoziato sono state soprattutto la Germania (principale esportatrice di auto e manufatti in America latina), la Spagna e il Portogallo (per i legami storici con le loro ex colonie) a tirare la volata. Quanto all’Italia, si è manifestato il timore della Coldiretti (al pari dell’omologa organizzazione francese) per la concorrenza di carne e altri prodotti agricoli sudamericani; mentre Confindustria ha salutato in termini particolarmente positivi un’intesa destinata a consentire alle imprese europee un risparmio di quattro miliardi di euro di dazi all’anno.

In attesa della definizione di alcuni dettagli tecnici, c’è da augurarsi comunque che non s’aggravino nel frattempo certe ipoteche vecchie e nuove dei due principali Paesi del Mercosur. Il Brasile non è più da un pezzo, come sappiamo, lo stesso colosso, con una grande vitalità e forza espansiva, del primo decennio del secolo; e l’Argentina ha continuato a soffrire, durante la gestione dei coniugi Nestor e Cristina de Kirchner susseguitisi alla Casa Rosada quali eredi della tradizione politica peronista, degli stessi malanni finanziari ed economici di sempre, a cui hanno cercato di porre rimedio, per lo più, con forti dosi di interventismo pubblico di marca populista. Oltretutto, la miscela fra corruttela politica e malaffare ha seguitato a inquinare la vita pubblica in entrambi i Paesi.

Per di più, l’ombra di un default s’è nuovamente allungata sull’Argentina. E ciò nonostante la concessione nell’ottobre 2018 di un prestito per 56 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale. A suscitare l’incubo di un ennesimo capitombolo finanziario è stato il successo nelle primarie, in vista delle elezioni politiche del 27 ottobre, del candidato peronista Alberto Fernandez. In sostanza, la politica di austerità del presidente Mauricio Macrì, attuata con vari tagli alla spesa sociale per rimettere in sesto il bilancio statale, inizialmente salutata con favore dagli argentini, ha finito per sfociare in una pesante recessione: tant’è che la popolazione sotto la soglia della povertà risulta pari a quasi un terzo del totale e il neo-presidente brasiliano Jair Bolsonaro teme che il suo Paese divenga mèta di un’ulteriore ondata di migranti dall’Argentina.

Ma non è che l’economia carioca goda di buona salute, anzi da tempo versa in difficoltà; e adesso l’aumento degli incendi, che stanno devastando la foresta amazzonica, ha portato il G7 e l’opinione pubblica mondiale a mettere sotto accusa il governo di Bolsonaro per aver dato via libera al ricco agrobusiness brasiliano, interessato all’espansione dei terreni utilizzabili per l’allevamento e la produzione della soia.

Per Bruxelles, l’accordo col Mercosur ha coronato un lungo impegno diplomatico e operativo in funzione di una politica commerciale esente da tendenze protezionistiche. Ma adesso è evidente che i suoi sviluppi verranno a dipendere soprattutto da appropriate ed efficaci risoluzioni politiche ed economiche dell’Argentina e del Brasile.

 

Al via i nuovi bandi OCM vino 2019/2020

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Aperti i termini per la presentazione di progetti regionali – (Regione Campania) nell’ambito del Piano Nazionale di Sostegno al settore vitivinicolo – “Promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi” nell’ambito del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Consiglio e del Parlamento – Campagna vitivinicola 2019/2020 – di cui al Decreto della Giunta Regionale della Campania n. 65 del 26.06.2019

SCADENZA 1 AGOSTO 2019 – ORE 16.00

Fondi disponibili:
Per la campagna 2019/2020 la dotazione finanziaria assegnata alla Regione Campania per la misura – “Promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi “- è pari ad euro 1.966.576,00 dei quali euro 1.612.971,88 vengono messi a bando per la campagna 2019/2020 mentre, la parte residua, pari ad euro 353.604,12 è destinata a finanziare il residuo 20% delle somme spettanti ai beneficiari della campagna 2018/2019 che hanno ricevuto l’anticipazione, a fronte delle polizze fideiussorie presentate, pari all’80% del contributo totale ammesso

Requisiti di partecipazione:
Per poter partecipare alla misura di promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi, le imprese devono aver dichiarato nell’ultima dichiarazione di vendemmia (campagna 2017/2018) un quantitativo di almeno 180 Hl di vino ed aver prodotto (imbottigliato) almeno 16.000 bottiglie, desunte dalla voce “totale di scarico del vino imbottigliato/confezionato” estratto dalla giacenza del registro dematerializzato alla chiusura del 31 luglio 2018 (prodotte nel periodo 1agosto 2017-31 luglio 2018).
Tali parametri riguardano anche le singole aziende che partecipano in ATI, associazioni, raggruppamenti, reti di imprese ecc.
Ciascun partecipante deve avere un fatturato di almeno € 100.000,00.

IMPORTO DEL FINANZIAMENTO:
L’importo massimo del contributo erogato per le azioni da realizzare è pari al 50% dell’importo totale del progetto presentato ed approvato (spesa ammessa), mentre la restante percentuale di spesa (50%) è a carico del soggetto proponente.

DURATA DEI PROGETTI
I progetti hanno durata massima di 1 anno per Paese terzo o mercato del Paese terzo. Le attività sono eleggibili a decorrere dal 1 gennaio 2020 e, per i progetti che richiedono l’anticipo dell’80%, terminano il 31 dicembre 2020.
Qualora i beneficiari del contributo non chiedano il pagamento anticipato o lo chiedano in forma parziale, pari al 30% del contributo, le attività sono effettuate entro il 30 agosto dell’esercizio finanziario comunitario di pertinenza del contratto (2019).

IMPORTO MINIMO DEI PROGETTI:
L’importo minimo ammissibile (spesa) del progetto è pari:
ad € 30.000,00 di spesa se destinato ad un solo Paese terzo. Per ogni Paese terzo oltre il primo, l’importo minimo del progetto aumenta di € 20.000,00. (es: Progetto in 1 solo Paese terzo: importo minimo pari ad € 30.000,00; progetto in 2 Paesi terzi, importo minimo pari ad € 50.000,00, Progetto in 3 Paesi terzi, importo minimo pari ad € 70.000,00)

AZIONI AMMISSIBILI

A) azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti dell’Unione, in particolare in termini di qualità, di sicurezza alimentare o ambiente;
B) partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale;
C) campagne di informazione, in particolare, sui sistemi delle denominazioni di origine, delle
indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell’Unione;
D) studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione. La spesa per tale azione non supera il 3% dell’importo complessivo del progetto presentato.

COSA PUO FARE IS PROJECTS

– Stesura del progetto, coordinamento tra i partner, gestione dei contatti con gli enti finanziatori;
– Assistenza tecnica al beneficiario per il coordinamento amministrativo e finanziario del progetto, rendicontazione, gestione in itinere;
– Supervisione nella realizzazione delle attività previste dal progetto e più in dettaglio: contatti con i fornitori di servizi in Italia e all’estero, definizione della coerenza del piano d’azione con le indicazioni dei regolamenti comunitari, verifica e controllo per lo sviluppo delle azioni;
– Organizzazione e realizzazione delle missioni economiche;
– Organizzazione e gestione delle attività promozionali (degustazioni/wine tasting);
– Sviluppo di piano di valutazione e monitoraggio per l’andamento della promozione;
– Prima assistenza per l’avvio dei rapporti commerciali.