L’enoturismo: una strategia per la tua azienda

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L’enoturismo, noto anche come turismo del vino, è un’esperienza in cui la degustazione del vino è combinata sia con la visita dei luoghi e dei territori di produzione, sia con la conoscenza della cultura, delle tradizioni e delle persone che abitano in determinate aree.

Nel corso del tempo, l’enoturismo, è diventata un’attività attrattiva non solo per un pubblico composto da esperti e professionisti del settore, ma anche da semplici appassionati e curiosi, tanto che, intorno al vino, sono nate nuove e più interessanti attività adatte ad una vasta gamma di clienti con esigenze diverse.

 

L’enoturismo è un fenomeno che nasce in Italia circa 25 anni fa grazie soprattutto al lavoro di promozione svolto da alcune associazioni, in particolare da Città del vino (1987) e Movimento del Turismo del Vino (1993), che diedero inizio alle più conosciute manifestazioni come: Cantine Aperte, Calici sotto le stelle, Benvenuta Vendemmia.

 

L’Italia nel 2023 è sul podio dell’enoturismo con 15 milioni di turisti del vino – circa il 20% del totale dei turisti in Italia – per un giro di affari oltre 2,5 miliardi di euro, si tratta, per lo più di piccole cantine con accoglienza familiare con rilevanza storica, architettonica o artistica paesaggistica o naturalistica.

 

Sebbene le cantine attirino un pubblico variegato, c’è però da migliorare su tre aspetti basilari. Il primo riguarda la wine ospitality, spesso risulta difficile trovare imprenditori o figure addette all’accoglienza, che sappiano non soltanto raccontare la cantina e i prodotti, ma che siano in grado di raccontare il territorio, la cultura e la tradizione che li circonda. Un altro aspetto critico è che la maggior parte delle cantine, sono lontane dai flussi turistici e quindi, se non dotate di importanti canali di comunicazione, risulta difficile trovarle. Infine resta vivo il problema dell’accessibilità alle strutture nei festivi e nei weekend, nei momenti in cui crescono i visitatori, ancora oggi, infatti, paradossalmente circa il 50% delle cantine resta chiuso il weekend, salvo prenotazioni.

  1. Conoscenza: è necessario avere una chiara visione e conoscenza di ciò che si ha a disposizione, non solo all’interno dell’azienda, ma anche all’esterno, capire e comprendere cosa offre il territorio e il contesto nella quale si opera;
  2. Professionalità: l’enoturismo richiede personale qualificato e preparato che sappia comunicare con chiarezza e padronanza di linguaggio il potenziale complessivo di cui è dotata l’azienda e che sia anche capace di adattarlo alle differenti esigenze dei clienti;
  3. Strategia: l’attività enoturistica non può essere improvvisata, ma è necessario definire una strategia pianificata nel dettaglio che sappia esaltare e valorizzare i punti di forza dell’azienda;
  4. Comunicazione: l’azienda deve essere dotata di canali di comunicazione che catturino l’attenzione. Un sito web di facile accesso con la possibilità di acquistare pacchetti online, la presenza attiva sui social media, la collaborazione con altre cantine e imprese del territorio possono rappresentare importati strumenti per farsi conoscere e attirare un numero maggiore di visitatori;
  5. Aprire le porte a tutti e sempre: l’accessibilità e l’inclusività sono principi chiave per le aziende enoturistiche che vogliono essere davvero per tutti, anche per chi non consuma alcol. Pensare ad esperienze che possano essere apprezzate da un pubblico il più ampio possibile, rappresenta un’ottima occasione per accrescere i flussi di visitatori e turisti. Inoltre, è necessario che le strutture siano sempre accessibili, anche, e soprattutto, durate il weekend, anche senza prenotazione, è proprio durante il weekend, infatti, dove le persone si muovono maggiormente, anche senza preventivarlo.

 

E tu, sai qual è il potenziale enoturistico della tua azienda? Hai una strategia precisa?